Fermare il corpo, muovere l'energia
La pratica delle discipline interne deve essere sempre lenta, soprattutto prima che la struttura e l'equilibrio psicofisici vengano adeguatamente stabilizzati e le posizioni assunte siano corrette qualunque sia il movimento che le origina, comprendendo così che la lentezza è il principale metodo di pratica delle discipline interne, ma non è l'obbiettivo finale.Tra gli obiettivi principali delle discipline interne come il Tai Chi Chuan, il Qi Gong ed il Pa Kua Chang ci sono il miglioramento dell'equilibrio psico-fisico, l'assunzione di una corretta struttura muscolo-scheletrica, una adeguata distribuzione della energia vitale interna.
Sebbene alcuni esercizi possano apparire a prima vista molto semplici, questi spesso si rivelano al praticante tutt'altro che banali e niente affatto facili, coinvolgendo non solo l'aspetto fisico, ma anche quello emotivo e psicologico di colui che si appresta alla pratica con costanza ed attenzione.
Aldilà delle specifiche peculiarità delle singole discipline, possiamo affermare che quando sono comprese in un curriculum tecnico completo e razionale come quello della Wudang Fu Style Academy, ciascuna di queste si mostra come un sistema teorico e operativo completo, unico ed efficace.
Obbiettivi e traguardi
Che si tratti di Tai Chi Chuan, Qi Gong oppure Pa Kua Chang, ognuna di queste discipline – nel sistema didattico di Sifu Severino Maistrello, Direttore Tecnico della WFSA e successore del Gran Maestro To Yu – appare come un metodo attraverso cui il praticante può ripensare il modo abituale di percepire il proprio corpo, liberandosi da tensioni e rigidità, abbandonando l'ossessione della forza fisica, stabilizzando la struttura fisica e acquisendo una maggiore flessibilità del corpo e della mente.Come detto ogni disciplina ha le sue caratteristiche peculiari ma tra le doti che sono richieste al praticante possiamo considerare necessarie – se non indispensabili -
l'attenzione e la capacità di coordinare i movimenti delle varie parti del corpo: sinistra e destra, superiore e inferiore, anteriore e posteriore.
Oltre alla evidente utilità dal punto di vista fisico, queste permettono di esperire personalmente la coesistenza dei principi di Yin/Yang, dei Cinque Elementi (Wu Xing) e degli Otto Trigrammi (Ba Gua), che sono in costante movimento e cambiamento.
Tra gli apparenti paradossi delle discipline interne, c'è la richiesta al praticante di avere tanto una comprensione generale delle molte sfaccettature dei principi generali che una approfondita conoscenza della pratica specifica della disciplina scelta. Questo gli permette di mantenere una corretta progressione nel suo addestramento focalizzandosi sulle specificità di quanto da lui studiato, pur mantenendo un opportuno sguardo di insieme, che ridurrà il rischio di incorrere in fraintendimenti e malintesi.
Avere la possibilità di analizzare lo stesso principio applicato in diverse modalità all'interno di un sistema didattico coerente ci permette sia di comprendere la teoria che di focalizzarci sulla pratica.
Immobilità e movimento
Nel Tai Chi Chuan, Qi Gong e nel Pa Kua Chang troviamo declinati i due aspetti della quiete e del movimento. Una delle immagini utilizzate più di frequente per illustrare il principio del movimento – che deve essere attento, costante è consapevole – è quello che richiama lo svolgere del sottilissimo filo che costituisce un bozzolo di seta; un po' meno immediata è invece è la comprensione del principio e della utilità dell'essere immobili. Per quanto possa apparire strano a chi non abbia esperienze in queste pratiche, spesso la cosa più difficile è proprio il “fare il non fare”, rimanere fermi e percepire cosa succede al nostro corpo ed alle nostre emozioni.In molte Scuole questo aspetto viene indicato come “Shen Fa” o “metodo del corpo”, che in realtà è la contrazione di “Shen Dong Fang Fa”, che potremmo tradurre come “metodi di movimento del corpo”. Sebbene la maggior parte di noi consideri come “movimento” solo lo spostamento di un corpo nello spazio in un periodo di tempo determinato, da un punto di vista più largo (e filosofico...) anche lo stare immobili è considerato un (non) movimento, così come anche lo stare fermi al centro è considerato uno dei“cinque passi” che costituiscono l'ossatura della pratica del Tai Chi Chuan.
Senza semplificare troppo possiamo dire che quando lo “Shen Fa” è adeguato ed i principi del movimento sono correttamente compresi ed adeguatamente manifestati, allora la forma della disciplina che stiamo praticando risponde a quanto prescritto.
Uno degli aspetti che però spesso sfugge ai profani (ed a volte anche a qualche praticante...) è che la corretta postura del corpo in movimento viene sviluppata anche attraverso l'allenamento delle posizioni statiche, come nel caso dello Zhan Zhuang o del Tom-Ma,
Ecco quindi che – per quanto strano possa sembrare – un movimento corretto si costruisce attraverso l'immobilità e la capacità di mantenere il nostro corpo (e la nostra mente...) fermi si allena attraverso il movimento.
Naturalmente tutto ciò è più facile a dirsi che a farsi, ed è spesso frustrante per chi è particolarmente abile nell'eseguire una forma di Tai Chi Chuan o Pa Kua Chang scoprire di non essere capace di mantenere una posizione statica per più di una decina di secondi. Non si tratta solo di una questione muscolare, perché non di rado è la nostra mente a cedere prima del nostro corpo, quasi ribellandosi ad una immobilità inconsciamente percepita come una soffocante prigione.
Ecco quindi che attraverso il progressivo rallentamento dei movimenti potremo addestrarci alla immobilità, ed attraverso la immobilità saremo in grado di eseguire in maniera consapevole movimenti corretti.
Questo ci fa capire il motivo percui la pratica delle discipline interne deve essere sempre lenta, soprattutto prima che la struttura e l'equilibrio psicofisici vengano adeguatamente stabilizzati e le posizioni assunte siano corrette qualunque sia il movimento che le origina, comprendendo così che la lentezza è il principale metodo di pratica delle discipline interne, ma non è l'obbiettivo finale.
L'allenamento mentale interno
Attraverso l'addestramento alla lentezza non perseguiamo solo un aspetto pratico, ma eseguiamo anche un allenamento mentale che forgia lo spirito, l'intenzione mentale, la qualità energetica e lo stato del corpo.Come è facile immaginare, non si tratta né di un obbiettivo facile da raggiungere e neppure di una ricerca fine a sé stessa. Attraverso un processo disciplinato di progressivi aggiustamenti mentali e fisici, consentiamo allo stato cosciente (per concentrazione e intenzione) e allo stato fisiologico (per movimenti e azioni) di progredire dal caos di una mente chiacchierona affollata di pensieri caotici, sviluppando la capacità di acquisire uno stato di quiete e concentrazione della coscienza, dove il sangue e il Qi scorrono senza ostacoli e il corpo fisico si libera da tensioni e rigidità.
Come si può ottenere questo risultato? Ripetiamolo a costo di apparire noiosi, non è un traguardo a cui si giunge presto e con poco impegno, tutt'altro! Prima di tutto, dobbiamo accettare che si tratta di un addestramento a lungo termine del corpo e della mente, che richiede di essere consapevoli prima e di agire poi per modificare ed adeguare gli stati fisici e mentali che non collimano con i principi della disciplina che pratichiamo; studiare i principi in teoria, analizzarne le applicazioni marziali, essere consapevoli degli effetti sul nostro benessere sono attività che devono essere svolte con costanza ed impegno, preferibilmente con la guida in un insegnante preparato ed adeguatamente formato come quelli certificati dalla Wudang Fu Style Academy.
Addestrare il corpo, adeguare la mente, forgiare lo spirito, controllare le emozioni in accordo con i principi delle discipline interne diventerà un processo che svolgeremo in ogni momento e senza eccezioni, rendendolo causa ed effetto di sé stesso, poiché l'allenamento fisico e psicologico è il prerequisito per la coltivazione mentale interna.
Costruisci sulle basi
L'addestramento nelle discipline interne è una via che ha un inizio ma non ha una fine; ciò nonostante, ovviamente il percorso di un principiante sarà differente da quello di chi abbia una maggiore esperienza. Con tutti i limiti di una generalizzazione, possiamo dire che i principianti devono prima porre più enfasi sulla "forma fisica" e meno sull' “intento mentale" con l'obbiettivo di riprodurre prima in maniera sufficientemente precisa l'esecuzione delle forme e delle tecniche comprese nel curriculum tecnico della discipline studiata, per poi passare ad analizzare la loro "qualità spirituale".Come un bambino che impara a scrivere, che prima copia le lettere riprodotte in corsivo e stampatello sul suo abbecedario e poi svilupperà una sua personale grafia ed una firma che lo distinguerà da tutti gli altri, così il praticante deve prima imparare le regole fondamentali della pratica e solo dopo “personalizzarle”.
Comprese le regole fondamentali, manterremo sempre una postura adeguata ed una struttura corrette anche nei movimenti più complessi; basandoci sulle nozioni di base che avremo appreso, potremo approfondirle ulteriormente per comprendere il significato meno evidente di posture e movimenti e coordinando tra loro azioni e spostamenti riusciremo a gestire al meglio il ritmo ed il tempismo di quanto eseguiremo.
L'equilibrio è il fondamento della vita
Il requisito fondamentale richiesto ad una persona per mantenere uno stato accettabile della salute fisica e mentale consiste nel realizzare l'equilibrio dinamico di tre aspetti: equilibrio tra attività fisica e inattività, equilibrio di tensione mentale e rilassamento; equilibrio tra sforzo e recupero. Da qui il vecchio adagio cinese: "L'equilibrio è il fondamento della vita".
Sebbene il Tai Chi Chuan, il Pa Kua Chang ed il Qi Gong abbiano radice e fondamento nelle arti marziali, queste discipline sono oggi apprezzate e conosciute anche per la loro riconosciuta efficacia di mantenere la salute, aumentare la forma fisica, promuovere la guarigione, consentire la chiarezza e la calma mentale, migliorare il benessere, alleviare lo stress, fornire stimolazione mentale e fisica.
Questi effetti benefici, attestati da numerosi studi compiuti anche recentemente da ricercatori occidentali, sono dovuti al fatto che le discipline interne sono principalmente basato sull'equilibrio. Queste infatti hanno un effetto positivo nella regolazione e nell'influenza degli otto principali sistemi del corpo, vale a dire, il sistema scheletrico, il sistema nervoso, il sistema circolatorio, il sistema respiratorio, il sistema digestivo, il sistema urinario, il sistema endocrino e il sistema riproduttivo. Questo effetto di regolazione è dovuto alla combinazione ed all'interazione di aspetti interni ed esterni del corpo: l'esterno sollecita l'interno e l'interno si sincronizza con l'esterno, influenzandosi a vicenda e creando un sistema integrato attraverso il quale il corpo umano è in grado di autoregolarsi per raggiungere uno stato di equilibrio dinamico.