Artemisia, l' erba che brucia della Moxa
Le sue foglie, seccate e ridotte in povere, bruciando rilasciano sostanze che penetrano nella cute e si diffondono in tutto il corpo.Con il termine cinese Cau, che significa “lavorare con il fuoco senza fiamma”, si definisce una delle tradizioni taoiste più antiche di benessere.
A questa pratica, più conosciuta in Occidente con il termine giapponese “Moxa” e che fa parte – insieme ad altri come Tuina, coppettazione ed agopuntura, dell'ampio catalogo di trattamenti che la Medicina Tradizionale Cinese utilizza per affrontare il trattamento terapeutico di malesseri e malattie, abbiamo dedicato un articolo che illustra il campo di impiego e le modalità di applicazione.
Una pratica vecchia di millenni
Le origini della Moxa di fanno risalire a circa 3000 anni fa nelle regioni della Cina settentrionale caratterizzate da un clima particolarmente rigido. L'uomo – sin dalla notte dei tempi – ha utilizzato la luce delle fiamme ed il calore del fuoco per affrontare l'oscurità della notte ed il freddo dell'inverno.
Così facendo si è accorto che - avvicinando ad una zona del corpo dolorante una fonte di calore – il malessere di alleviava o scompariva del tutto. E' una pratica che viene utilizzata ancora oggi anche da chi non ha alcuna conoscenza della Medicina Tradizionale Cinese; in tanti affrontano il raffreddore o l'influenza grazie al conforto di una bella coperta oppure alleviano un fastidioso mal di pancia poggiando sull'addome una borsa di gomma riempita di acqua bollente e sorseggiando una tisana calda.
Il calore, insomma, è da sempre uno strumento terapeutico tanto semplice quanto efficace, in grado di farci ottenere risultati a volte sorprendenti ed in tempi anche molto rapidi.
Un erba dai molti impieghi
Come in ogni pratica – antica o moderna che sia – una parte fondamentale per il successo della operazione è data dallo strumento che viene impiegato. In molte discipline, se non si dispone di attrezzi adatti, è molto difficile - se non impossibile – raggiungere il risultato voluto.
Il termine “Moxa” deriva dalla contrazione del giapponese “Moe Kusa”, che possiamo tradurre come "erba che brucia" ed infatti in questa pratica è oramai universalmente condiviso l'impiego della Artemisia, un erba selvatica dalle particolari qualità terapeutiche.
L’artemisia è chiamata in cinese “Aitiao”, mentre in Occidente è conosciuta anche come “assenzio selvatico” ed “erba scacciadiavoli”. Il nome “Artemisia” ha una origine incerta: secondo alcuni sembra che derivi da Artemisia, consorte di Mausolo, re di Caria; ma anche, secondo altre fonti , potrebbe derivare da Artemide, dea della caccia, oppure da una parola greca ”artemes” (= sano) alludendo alle proprietà medicamentose delle piante del genere Artemisa.
Anche in Occidente l'Artemisia ha molti impieghi: in cucina le suo foglie cotte o crude, aiutano la digestione grazie al loro aroma amaro e per questo sono impiegate come condimento di cibi particolarmente grassi. Un altro loro impiego è nella preparazione di infusi e tisane oppure per aromatizzare la birra.
Anche nel giardinaggio l'Artemisia ha un impiego specifico; una sua variante orticola chiamata comunemente dai giardinieri col nome di “Artemisia lactiflora” è molto apprezzata per via del sui ricco fogliame abbellito da una spiga di piccoli capolini bianchi molto profumati.
Ma l'impiego per cui l'Artemisia è particolarmente nota anche qui in Occidente è nel campo farmaceutico: grazie al suo contenuto di oli essenziali e terpenoidi come l'eucaliptolo, il tujone e il cineolo, oltre che flavonoidi e derivati della cumarina, a questa erba vengono attribuite numerose proprietà medicamentose, tra cui:
antisettica (proprietà di impedire o rallentare lo sviluppo dei microbi);
antispasmodica (attenua gli spasmi muscolari, e rilassa anche il sistema nervoso);
carminativa (favorisce la fuoriuscita dei gas intestinali);
diaforetica (agevola la traspirazione cutanea);
emmenagoga (regola il flusso mestruale);
espettorante (favorisce l'espulsione delle secrezioni bronchiali);
eupeptica (favorisce la digestione);
amaro tonico (digestiva);
antidiabetica (dalle radici).
vermifuga (favorisce l'eliminazione dei parassiti intestinali)
La preparazione per la Moxa
Come abbiamo anticipato, questa pianta officinale è utilizzata nella medicina popolare cinese e giapponese per applicazioni terapeutiche basate sull'impiego del calore. La scelta dell'Artemisia deriva non solo dalle sue proprietà medicinali ma anche dal fatto che è una erba poco costosa e molto diffusa.
Per questo impiego la pianta viene raccolta a giugno, quando ha sviluppato la sua caratteristica lanuggine, lasciata essiccare per alcuni anni (più invecchia e più è pregiata) e poi triturata in un mortaio per ricavarne un impasto lanoso.
In alcuni casi, alla lana ottenuta si uniscono poi altre erbe medicali, nelle tipologie e quantità che variano in maniera anche notevole e con ricette gelosamente custodite.
Con questa “lana di moxa” si possono formare delle palline o dei coni che vengono lasciati bruciare direttamente a contatto della pelle, oppure dei sigari lunghi circa 20 cm, ottenuti avvolgendo la lana di moxa in carta di gelso, che vengono invece accesi ad una estremità che viene poi posta a qualche centimetro di distanza dalla zona da trattare.
L'impiego nella moxibustione
L'impiego della Artemisia è dovuta alla caratteristica della sua brace ardente di irradiare in maniera costante ad una temperatura di circa 500/600 gradi nello spettro infrarosso.
L'effetto combinato delle proprietà benefiche dell'erma unito al calore costante a questa temperatura rende questa erba particolarmente efficace per contrastare gli effetti delle patologie dovute alla al Freddo ed alla Umidità, sia causate da “energie perverse” esterne, da fattori climatici o da scompensi energetici.
Come tutti i medicinali però, anche l'Artemisia in particolare e la moxa in generale presentano delle controindicazioni.
Per questo, questo trattamento è sconsigliato a chi soffra di ipertensione arteriosa o abbia normalmente una temperature corporea più alta della media. Dovrebbe essere evitata anche dalle donne durante il ciclo mestruale per non aumentare il flusso e dai bambini sotto i dieci anni d'età, per la difficoltà di controllare un loro movimento improvviso che potrebbe causare ustioni o bruciature.
Per quanto riguarda la Artemisia, il suo impiego è sconsigliato alle donne in gravidanza perché può stimolare le contrazioni uterine ed agire sugli ormoni della gravidanza, aumentando il rischio di aborto spontaneo.
L'Artemisia dovrebbe inoltre essere evitata da chi soffra di insufficienza renale o epatica e da persone allergiche perché potrebbero verificarsi problemi respiratori o reazioni allergiche con sintomi di starnuti persistenti, sensazione di bruciore al naso, prurito alla gola, gonfiore sulle labbra, orticaria, occhi gonfi e problemi di respirazione.
La moxa è quindi un trattamento che dovrebbe essere effettuato solamente da operatori esperti e qualificati dopo apposita formazione condotta da docenti riconosciuti, come nel caso dei corsi organizzati dalla Wudang Fu Style Academy.
Questo per evitare i rischi insiti nel “fai da te”, che potrebbero portare non solamente ad inconvenienti spiacevoli come bruciature ed ustioni, ma anche effetti collaterali che potrebbero aggravare, piuttosto che alleviare, i sintomi lamentati dal paziente.