Dal Wuji al Taiji, fino al Liang Yi: Microcosmo e macrocosmo nella pratica delle discipline interne
Giunti al termine di questa lettura tutti affronteremo i movimenti di apertura alla pratica con una nuova consapevolezza e comprenderemo che l'invito di tenere “Piedi ben piantati e sguardo all'orizzonte” che frequentemente ci rivolge Sifu Maistrello non è solamente un consiglio per una corretta postura fisica ma riassume in poche parole l'essenza stessa dell'Uomo come tramite tra la Terra ed il Cielo”.Abbiamo già detto di come già nei primi movimenti delle forme comprese nel curriculum tecnico della Wudang Fu Style Academy sia compreso il nucleo fondamentale delle discipline interne; che si tratti della forma 88 o quella dei Palmi Fulminanti, in pochi gesti è compresa l'essenza di pratiche ricche e complesse.
Una caratteristica che il Maestro Severino Maistrello della III^ generazione stile Fu, allievo diretto e successore del Gran Maestro To Yu e Direttore Tecnico della Wudang Fu Style Academy ricorda spesso per evidenziare il profondo significato della pratica delle discipline interne.
Macrocosmo e microcosmo
Per comprendere ancora più profondamente i diversi aspetti della pratica, è bene ricordare ogni movimento - anche il più apparentemente semplice - compreso nella pratica del Tai Chi Chuan o del Pa Kua Chan ha una applicazione marziale (aspetto Wu), un riflesso sulla condizione psicofisica del praticante (aspetto Wen) e si rifà alla visione filosofica e cosmologica cinese in generale e taoista in particolare.Riguardo a questo aspetto è opportuno rimarcare come queste Arti affondino le loro radici nel “Chin Ya Tai Ki Kung”, denominazione che possiamo tradurre come “L'Unità completa che conduce alla Conoscenza della Energia Assoluta”.
Quindi “Tai Chi Chuan” indica anche (se non soprattutto) l'unione con l'Universo, o la Danza Cosmica che in ogni momento da vita a tutto ciò che ci circonda e non è quindi solo una forma di pugilato che applica i principi del Tai Chi. Nei movimenti, nei gesti e nelle forme del del Tai Chi Chuan e del Pa Kua Chan troviamo quindi la riproduzione dei fenomeni sia del macrocosmo (movimento delle stelle e dei pianeti, alternarsi del giorno e della notte, ciclo delle stagioni, espressione dei rapporti di generazione e di controllo reciproco dei Cinque Elementi) che del microcosmo (circolazione dei meridiani, effetti sulla tonificazione e dispersione energetica, influenza reciproca di Organi e Visceri).
In altre parole, possiamo dire che un praticante di Tai Chi Chuan o di Pa Kua Chan, nell'eseguire una sequenza di forme, sta addestrandosi in una raffinata arte di combattimento, sta applicando su se stesso una efficace pratica per il benessere psicofisico e sta riproducendo – in scala infinitamente piccola o infinitamente grande – i fenomeni naturali che influiscono sull'Uomo, sul Cielo e sulla Terra così come – sin dalla notte dei tempi – hanno fatto gli sciamani di Oriente ed Occidente con le loro danze sacre, i gesti ispirati agli animali e la personificazione di elementi e fenomeni naturali che ritroviamo tra i ghiacci della Siberia, tra le praterie dei nativi americani e delle civiltà precolombiane del Sud America, nella cosmologia degli Yoruba, dei Boscimani, dei Dogon e dei Tuareg africani e nelle ritualità richiamate nel mito della fondazione di Roma, nell'intricato procedere del labirinto del Minotauro, nel viaggio di Ulisse prima e di Dante Alighieri poi.
Dal Nulla al Tutto
Come è facile immaginare, per trattare compiutamente un argomento simile necessiterebbero tempo e spazio molto maggiori di quelli a nostra disposizione, rimaniamo quindi nell'ambito delle discipline interne, ricordando che la visione analogica taoista considera l’uomo un microcosmo che riflette i principi, le leggi ed i fenomeni del macrocosmo. Non a caso, uno delle pratiche fondamentali comprese nel curriculum tecnico della Wudang Fu Style Academy è il forma Siu Kao Tin, che potremmo tradurre come “Nove Piccoli Cieli”e che fa riferimento (tra le altre cose) a nove livelli collegati tra loro, che nell’uomo corrispondono alle articolazioni: caviglia – ginocchio – anca – lombari + bacino – spalle – collo – gomito – polso – dita.In questa pratica ci sono due direzioni di studio: o dal grande al piccolo, fino alla molecola, o dal piccolo al sempre più ampio. Questa metodologia, riassunta nella Mappa dei Nove Cieli, serve per vedere le cose più nascoste. Non si può vedere e sapere tutto, ma questo è un metodo per vedere le cose nascoste. Ad ogni livello c’è energia che circola, se il livello è bloccato, l’energia non potrà circolare e passare al livello successivo. Questo blocco è la causa degli squilibri psicofisici ed una delle funzioni della pratica di questa forma è sia quella di tenere liberi i 9 livelli fisici (articolazioni) rallentando il processo di saldatura ed invecchiamento, armonizzando la postura a quelli che sono i fenomeni astronomici e naturali.
Questo richiamo alla cosmologia mitica del taoismo cinese la ritroviamo nella sequenza di apertura alla pratica che normalmente viene eseguita nel Tai Chi Chuan e del Pa Kua Chang: si comincia con il praticante in posizione Wu-chi con i piedi uniti e le braccia stese sui fianchi, si passa nella posizione Tai-chi con le ginocchia leggermente flesse e le mani sovrapposte e poggiate sull’addome e poi nella posizione Liang-yi aprendo la gamba sinistra per portare i piedi alla larghezza spalle con le braccia di nuovo stese sui fianchi.
Vediamo allora nel dettaglio il significato di questi termini e cosa vanno ad esprimere nella esecuzione delle forme di apertura.
Wu-chi è un termine che viene scritto con i caratteri tradizionali 無極 oppure con quelli moderni 无极, che esprimono il concetto di “eterno, illimitato, infinito”. In particolare il carattere 無 (Wu) esprime la negazione o la assenza del carattere seguente, mentre il carattere 極 (Chi) è un ideogramma che rappresentava la trave di colmo di una costruzione o di una tenda ed esprime il significato di “culmine, bordo, punto più alto, estremo, polo terrestre, raggiungere la fine, raggiungere, esaurire”. Particolare interessante, il pittogramma antico del carattere 無 rappresentava un uomo che balla con dei lunghi oggetti tenuti in entrambe le mani, richiamando le danze sciamaniche a cui abbiamo accennato prima. Il carattere 極 ha invece nel radicale a sinistra il carattere di legno/albero, indicante il materiale principale con cui per secoli sono state costruite le abitazioni.
Nell'ambito della nostra analisi, il termine Wu-chi si riferisce alla cosmologia neoconfuciana della dinastia Song (960-1279 d.C.), dove usato per riferirsi all'"universo primordiale" precedente al Tai Chi 太極, termine che possiamo tradurre come "Supremo Ultimo" e che esprime lo stato in cui l'assoluto indifferenziato, immobile, eterno e potenzialmente infinito (Wu Chi) compie la sua polarizzazione, esprimendo la dualità Yin e Yang indivisibile e complementare. Il Tai Chi che troviamo in questa fase è lo stesso che compone il termine Tai Chi Chuan (太極拳), tradotto come “Pugilato della Suprema Polarità).
Nel Tai Chi abbiamo la “unità della dualità”, ovvero due elementi complementari tra loro ed uniti in maniera indissolubile, tanto che l'uno non esisterebbe senza l'altro. Perché la creazione universale abbia inizio deve aversi una ulteriore differenziazione, Yin e Yang – pur rimanendo accoppiati – devono differenziarsi per potersi di nuovo riunire e completare. Potremmo dire che dall'androgino – figura mitologica che ha contemporaneamente i caratteri sessuali maschili e femminili – si hanno l'Uomo e la Donna, che si riproducono grazie al loro successivo incontro ed unione. E' lo stesso fenomeno che si compie in natura, in cui molte specie animali hanno in fase embrionale una forma ermafrodita, che si caratterizza con caratteri sessuali specifici nel corso dello sviluppo.
Questo passaggio è lo Liang Yi, rappresentato dai due caratteri 兩儀, che si traducono letterariamente come “Cielo e Terra” o “Yin e Yang” per esprimere quindi due stati chiaramente polarizzati, evidentemente differenziati ma comunque in relazione tra loro. In particolare, 兩 (Liǎng) è un ideogramma che anche visivamente esprime una coppia di elementi riuniti in un insieme comune, mentre il carattere 儀 (Yí) che a sinistra ha il radicale di “uomo” ed a destra i radicali di “pecora” (羊), “mano” (手) e “alabarda” (戈), un insieme che nel complesso assume i significati di “cerimonia, rito, apparenza, presente, aspetto”.
L'analisi dei caratteri di Liang-yi presenta interessanti approfondimenti; il radicale di pecora indica l'animale che frequentemente era l'oggetto di sacrifici alle divinità; dall'altra parte la presenza del radicale che indica l'arma per antonomasia starebbe a confermare che la funzione sacerdotale non era disgiunta da quella militare (concetto che ritroviamo anche nei caratteri 文[Wén] 武[Wǔ] che esprimono gli aspetti di benessere e marziali delle discipline interne) e che quindi chi poteva sacrificare (nel senso etimologico del termine, rendere sacro) doveva essere un uomo “completo”, tanto dare la vita come dare la morte.
Non potendo proseguire oltre per limiti di spazio, ci limiteremo a ricordare che nel curriculum tecnico della Wudang Fu Style Academy è compreso anche il Liang Yi Chuan, conosciuto come il Tai Chi dello Yin e dello Yang che esalta le caratteristiche fisiche della pratica (alto/basso, veloce/lento).
Un gesto e tanti significati
Laurence C. Wu, nel suo libro “Fondamenti di filosofia cinese” scrive che: “Il Tai Chi si deve intendere come il più "alto" concetto concepibile, ciò da cui fluisce l'esistenza, molto simile all'idea Taoista che "la risacca è il movimento del Tao". Il "supremo ultimo" crea lo yin e lo yang: lo yang genera il movimento, quando la sua attività raggiunge il limite, diventa quieto. Attraverso la quiete, il supremo ultimo genera yin. Quando la quiete raggiunge il suo limite, c'è un ritorno al movimento. Movimento e quiete, in alternanza, diventano ognuna la fonte dell'altra. La distinzione tra yin e yang è determinata, e le due forme (lo yin e lo yang) sono rivelate. Con le trasformazioni dello yang e l'unione dello yin, vengono prodotti i 5 elementi (Qi) acqua, fuoco, legno, metallo e terra. I 5 Qi si diffondono, ne deriva l'armonia; una volta presente l'armonia possono succedersi le 4 stagioni. Yin e yang hanno prodotto tutte le cose, e queste a loro volta producono e riproducono, ciò rende il processo senza fine.”Tutto cio, nelle discipline interne della Wudang Fu Style Academy è espresso in tre movimenti che troviamo all'apertura della forma, tre gesti “semplici ma non banali”, come ci ricorda spesso il Maestro Severino Maistrello in cui, senza parole, esprimiamo l'inesprimibile.
Nel Wu Chi il corpo è fermo, è a riposo, appare fermo esternamente ma è energeticamente carico all'interno. Questa energia si esprime all'esterno sino ad assumere lo stato di Tai Chi, in cui tutto è compiuto, le energie sono completamente espresse ma sono ancora sterili. E' il seme che non ha ancora germogliato, sono l'ovulo e lo spermatozoo che si sono appena incontrati ma ancora non hanno fato vita all'embrione, che prenderà invece forma dello Liang Yi.
Nella filosofia taoista questo processo è espresso in numerose opere; nel Tao Te Ching, al capitolo 40 leggiamo: “Le diecimila creature che sono sotto il cielo / hanno vita dall'essere / l'essere ha vita dal non-essere.” mentre nello I Ching troviamo una definizione ancora più chiara: “Il Tao genera l’Uno, l’Uno il Due, il Due il Tre e il Tre genera i diecimila esseri. I diecimila esseri portano sulle loro spalle Yin e sulle loro braccia Yang, e il " vapore del vuoto" rimane armonizzato.”. Citiamo infine Chuang-Tzu che riassume questo processo con questo passaggio: “Tre grandi parole: onnicomprensività, universalità, totalità, nomi diversi per indicare una unica realtà.” che troviamo ripresa ed analizzata anche nel famoso libro “Il Tao della fisica” di Fritjof Capra.
Nonostante le molte parole abbiamo solo sfiorato l'argomento, che non possiamo qui ulteriormente analizzare per limiti di spazio. Chi vorrà approfondire la ricerca troverà in Rete molto interessante materiale, ma siamo certi che giunti al termine di questa lettura tutti affronteremo i movimenti di apertura alla pratica con una nuova consapevolezza e comprenderemo che l'invito di tenere “Piedi ben piantati e sguardo all'orizzonte” che frequentemente ci rivolge Sifu Maistrello non è solamente un consiglio per una corretta postura fisica ma riassume in poche parole l'essenza stessa dell'Uomo come tramite tra la Terra ed il Cielo.