L’importanza dei piedi nella pratica delle discipline interne

L'uomo è l'unico animale ad avere normalmente una postura eretta e questo particolare è stato fondamentale per la sua evoluzione.
Nella pratica delle discipline comprese nel curriculum del vecchio stile Fu (Tai Chi Chuan, Ba Gua Zhang, Qi Gong) riveste grande importanza l’esecuzione degli esercizi preparatori utilizzati per allenare movimenti ed abilità che serviranno alla esecuzione di forme via via più complesse, oltre che utili per stimolare la circolazione energetica e per sviluppare la forza. 

Questi esercizi – alcuni dei quali mostrati nei video disponibili sulla piattaforma multimediale www.videocorsitaichitradizionale.it, praticati in maniera corretta e costante, rappresentano un Qi Gong completo e ricco di benefici. Oltre a quanto sopra, la pratica di questi esercizi permette di lavorare su due aspetti non sempre adeguatamente considerati, ovvero l’impiego dei piedi e l’intenzione.

“Piantare” i piedi

Per quanto riguarda i piedi, è di tutta evidenza la loro importanza, l'uomo è l'unico animale ad avere normalmente una postura eretta e questo particolare è stato fondamentale per la sua evoluzione. I piedi permettono il sostegno del corpo e il suo spostamento oltre a consentire il “contatto” con la Terra, tanto che sotto la pianta di ciascun piede possiamo individuare tre punti specifici (due nella zona dell’avanpiede e uno sotto il tallone) detti “tre chiodi”, collegati ai concetti di Terra, Uomo e Cielo, attraverso cui realizzare l’entrata, l’uscita e l’armonizzazione della energia, con lo stesso principio con cui lo stesso fenomeno avviene attraverso punti simili presenti sul palmo delle mani. 

A questo proposito, non appaia blasfemo o irriverente evidenziare come gli stessi punti siano ampiamente evidenziati nella rappresentazione delle figure sacre di molte religioni, a partire da quella cattolica, dove corrispondono alle zone in cui penetrarono i chiodi che crocifissero Gesù e dove tende a verificarsi il fenomeno delle stimmate.

Normalmente, durante la pratica della posizione “Wu Chi”, i piedi sono paralleli tra loro ad una larghezza che corrisponde all'incirca a quella delle spalle , ed il peso grava per il 60% sul tallone e per il 40% sull’avanpiede, postura a cui si aggiunge l’azione di “artigliare” il terreno con le dita dei piedi piegate verso l’interno. 

Questa postura, che è una vera “pratica nella pratica” è un punto fondamentale e consente di enfatizzare i principi e stimolare gli effetti della pratica delle discipline interne. La postura generale deve essere rilassata (ma non passivamente floscia!) in maniera da favorire la circolazione del Qi e sciogliere le contratture ed i blocchi di corpo e mente e deve essere mantenuta impiegando il minor numero di muscoli possibili, cosa che può causare anche delle oscillazioni del corpo, il cui motivo è da ricercarsi nella possibilità che l’assenza di contrazioni muscolari o di blocchi offre agli organi interni di sistemarsi in una posizione più adeguata ed equilibrata. Ad esempio, un fegato troppo espanso spinge in alto la spalla destra, mentre lo stomaco spinge su la spalla sinistra, il cuore gonfia il petto e così via... se un organo è troppo “gonfio” causa squilibri e “schiaccia” quelli adiacenti; l’esercizio di Wu chi ed in genere il rilassamento favorisce in questo caso il ripristino di una sistemazione più “equilibrata”.

Tan Sin, l'asse alchemico tra Cielo e Terra


Detto dell'importanza della posizione dei piedi, condizione che ritroviamo anche nel detto popolare “avere i piedi piantati in terra” per indicare una persona pratica e di buon senso, passiamo a vedere come questa – nell'ambito della pratica delle discipline interne comprese nel curriculum tecnico della Wudang Fu Style Academy – costituisca una parte fondamentale ed imprescindibile di una condizione complessiva del praticante.

A questo argomento il Maestro Severino Maistrello, III^ generazione stile Fu, allievo diretto del Gran Maestro To Yu e Direttore Tecnico della WFSA ha dedicato un incontro rivolto a tutti gli appartenenti della Scuola nel gruppo Facebook “La Community delle Arti Marziali Interne”, in cui sono stati esposti alcuni degli argomenti che riportiamo in questo scritto.

Questa postura permette di sviluppare il “quarto tatien” o “terzo piede”, ovvero un punto ideale che si trova all’incrocio delle linee che dal tallone di un piede vanno all’avanpiede dell’altro. Su questo punto dovrebbero “piombarsi” gli altri tatien superiori, realizzando, una volta assunta una postura corretta, il Tan Sii, ovvero l'asse alchemico che vede l'Uomo come tramite tra Cielo e Terra, passante tra i punti GV20 “Bai Hui”  (“Cento incontri”) sulla sommità della testa e CV1 “Hui Yin” (“Incontro degli Yin”) in corrispondenza del perineo, sino a terminare sul citato “terzo piede”.

Per consentire questo allineamento il coccige deve basculare (senza esagerare con la retroversione del bacino!) per trovare il suo centro di equilibrio, ed una volta raggiunta la posizione corretta, tutti i sistemi interni (circolatorio, cardiaco, respiratorio, nervoso, ecc.) vengono stimolati e riequilibrati. 

Assumere questa postura è – come abbiamo detto – una “pratica nella pratica” conosciuta oggi come Wu Chi Chi Kung (lavoro sul Vuoto) ed un tempo chiamata anche “Cavallo che dorme in piedi” per evidenziare il suo notevole effetto ritemprante, tanto che si dice che mantenere questa posizione per cinque minuti apporti gli stessi benefici di mezz'ora di sonno, e non a caso è la forma di apertura alla pratica nelle principali serie di esercizi delle discipline interne della Wudang Fu Style Academy

Questa postura si fa risalire ad antiche pratiche taoiste tramandate dal Maestro Ce Cion Ci (o Chi Song Zi) vissuto all’incirca nel  5000 a.C. e conosciuto anche come “Maestro Pino Rosso” perché praticava vicino ad un grande albero di questa specie e questa pratica è tanto apparentemente semplice quanto profonda, riverberando i suoi effetti non solo sull'equilibrio fisico, ma su tutto il corpo. Oltre agli effetti sui sistemi fisici interni già citati infatti, questa pratica sviluppa il rilassamento attivo (Song), la stimolazione ed il riequilibrio di organi e visceri interni, lo sviluppo e la percezione di un equilibrio più stabile.

L'equilibrio energetico del piede


Nell’esaminare più in dettaglio il lavoro dei piedi, dobbiamo considerare che le percentuali di distribuzione del peso sul piede vanno poi adattate alla dinamica dell’esercizio ed alla postura adottata; il particolare la parte anteriore del piede è Yang è quella posteriore è Yin (un bambino corre sulla punta dei piedi, un anziano tende a poggiare più il tallone) e quindi nell’eseguire gli esercizi bisogna effettuare degli spostamenti del peso avanti e dietro il piede in maniera da distribuire adeguatamente il peso; in particolare, in fase di “espansione” o sollevamento il peso va più sull’avanpiede perché il Cielo è Yang, mentre in fase di “contrazione” o abbassamento il peso va più sul tallone perché la Terra è Yin. 

Quanto sopra evidenzia anche un altro degli effetti benefici di questa pratica, ovvero la sua utilità nel contrastare gli effetti dell'invecchiamento: attraverso una postura corretta ed una struttura equilibrata riportiamo in armonia lo Yin/Yang, sviluppiamo l'intelligenza del bambino, agiamo sui problemi di deambulzione dell'anziano, non di rado collegati a degenerazioni neurologiche.

Se gli spostamenti vengono eseguiti correttamente il piede lavora come una “pompa energetica”, tanto che si dice che “il piede è un secondo cuore” e questo lavoro di spostamento di peso deve essere sempre effettuato durante la pratica, che si tratti di forme, Pa Tuan Chin, Zhan Zhuang o altro. Una particolarità di questo lavoro è che spostare il peso tra dita e tallone da’ energia, poiché nei due movimenti basilari dell’alfabeto motorio, l’andare avanti/indietro col peso “sveglia”, mentre lo spostare il peso a destra/sinistra “calma” (effetto della culla materna).

Ricordando – come affermava il Fondatore Zhang San Feng - che “Il Tai Chi nasce dai piedi e si manifesta nelle mani” è quindi molto importante sviluppare sin da subito un buon “radicamento” al suolo, in modo da favorire la consapevolezza corporea e non a caso quindi, il principiante che si avvicina alla pratica delle discipline comprese nel curriculum del vecchio stile Fu incontra la serie di esercizi conosciuta come ”Tom ma”, un lavoro sulle posizioni che il corpo assume durante la pratica e che è considerato un passaggio fondamentale nel percorso di addestramento, una pratica essenziale non solo dal punto di vista fisico, per apprendere e comprendere il giusto assetto del corpo, ma anche dal punto di vista spirituale e filosofico. 

E sempre non casuale possiamo considerare il fatto che i primi esercizi del “Tom ma” riguardino appunto la posizione dei piedi e la distribuzione del peso: Dopo il saluto, la prima posizione che viene esercitata è quella con le gambe divaricate, detta “Ma Bu” (“Cavaliere” o “Grande Montagna”), che va ad esercitare appunto la stabilità ed il radicamento, aprendo l’articolazione coxo-femorale ed allungando la schiena. La seconda posizione è quella che viene solitamente utilizzata come momento di transizione dinamica da una posizione statica ad un’altra ed è detta “60-40” per via della distribuzione del peso corporeo sui piedi, ovvero 60% sul piede posteriore e 40% sul piede anteriore. Si passa poi alla posizione detta “70-30” perché il peso passa al 70% sul piede anteriore ed al 30% sul piede posteriore, avendo cura di rilassare l’inguine interno e di fare in modo che il ginocchio anteriore non superi la linea dell’alluce.

Pratica costante e attenta

Ovviamente, il primo approccio a questi esercizi è quello fisico, che viene sviluppato allenando e migliorando la consapevolezza delle peculiarità del praticante. Giusto assetto, “piombatura” dell’osso sacro, spostamento del peso sui piedi, equilibrio tra interno ed esterno, allenamento dei muscoli, dei tendini e delle articolazioni, con conseguente stimolazione degli organi interni e della circolazione sanguigna, linfatica ed energetica. Un lavoro complessivo che contribuisce a costruire quello che viene definito “Il Corpo Tai Chi”.

Il lavoro sulle posizioni, per essere efficace, deve essere commisurato alle capacità del praticante. Una pratica troppo blanda non darebbe nessun effetto, mentre una pratica eccessivamente impegnativa potrebbe essere controproducente. Pertanto, il praticante che si approccia a questa serie di esercizi manterrà ciascuna posizione per alcuni secondi, prima di rilassare la postura e prepararsi ad assumere la posizione successiva. All’aumentare della esperienza e della capacità di esecuzione, il tempo durante il quale viene mantenuta ciascuna posizione può essere prolungato, sempre mantenendo una attenzione consapevole al feedback corporeo.

Per quanto riguarda il principio di “Yi”, che in maniera riduttiva possiamo tradurre come “intenzione”, la sua stimolazione e sviluppo è favorita da una pratica costante e da una esecuzione consapevole delle forme, a cui contribuisce la applicazione marziale delle stesse, dato che se sono consapevole della finalità di un determinato movimento (che sia una parata, una percossa o una leva articolare) riesco anche ad eseguirlo meglio e con maggiore cura dei dettagli. Questo vale a maggior ragione se si esegue un movimento che ci è sconosciuto o ci appare “innaturale”, come può essere il colpire con un calcio. 

Sollevare un piede da terra – anche se di pochi centimetri – comporta infatti una notevole variazione nell’equilibrio anche dell’atleta più allenato e richiede un controllo della postura e delle fasi del movimento generalmente più accurato rispetto ad una percussione effettuata con gli arti superiori. 

Questo non solo per ottenere – dal punto di vista marziale (“Wu”) – una percussione efficace ed efficiente, ma anche (se non soprattutto!) per curare l’aspetto della salute e del benessere (“Wen”) evitando possibili danni alle ginocchia o alla caviglia del piede di appoggio, causati da movimenti tali da far lavorare le articolazioni in maniera errata.

La attenzione a questi due aspetti – Wu e Wen - della pratica è  particolarmente curata nello studio delle discipline comprese nel curriculum del vecchio stile Fu, in maniera da consentire al praticante una comprensione globale e completa tanto dei principi alla base degli esercizi e delle tecniche, quanto delle loro applicazioni pratiche. Per questo, nel curriculum della Wudang Fu Style Academy,  cono compresi sia corsi che studiano gli effetti sul benessere psicofisico delle discipline interne (Clicca QUI per maggiori informazioni).che approfondimenti che analizzano l'aspetto marziale delle stesse. (Clicca QUI per maggiori informazioni).

Per stimolare la circolazione energetica e migliorare l’equilibrio e la postura di tutto il corpo, si possono eseguire diversi esercizi – individuali o in coppia -  basati sullo spostamento del peso sui piedi in direzione avanti-dietro o destra-sinistra. Per amplificare la consapevolezza del baricentro e l’abbassamento del peso, solitamente questi esercizi vengono eseguiti partendo da una posizione relativamente “bassa”, corrispondente a quella dello Zhan Zhuang (esercizio del palo eretto o “abbracciare l’albero”), pur senza arrivare alla “posizione della Montagna” o “Ma Bu”.


Riassumendo...

Molto abbiamo detto e molto altro ci sarebbe ancora da dire, ma è opportuno fermarci qui, non prima di ricordare i consigli dati dal Maestro Severino Maistrello al termine dell'incontro sul gruppo Facebook “La Community delle Arti Marziali Interne” a cui abbiamo già accennato. Raccomandazioni che sono – come ripete spesso il Maestro - “semplici ma non banali” e che contengono l'essenza della pratica che può essere colta da chi abbia l'esperienza necessaria perché, come la Storia insegna, i segreti sanno custodirsi da soli e non possono essere conosciuti da chi non ne sia all'altezza.

1) I piedi devono essere alla giusta distanza (all'incirca alla larghezza delle spalle) e paralleli tra loro.

2) Distribuire il peso sulle piante dei piedi in maniera da “spalmarle” e farle aderire al terreno con tutta la loro superficie. 

3) Distribuire il peso al 60% sul tallone ed al 40% sull'avanpiede (20% per ciascuno dei due punti), sentendo l'equilibrio sul punto centrale.

4) Mantenere le ginocchia leggermente flesse, come se si fosse seduti sul bordo di uno sgabello alto.

5) Mantenere il coccige libero e lasciarlo “scendere” rilassando i muscoli interni. Evitare la eccessiva retroversione del bacino che apre il punto Ming Men ma chiude il punto Qi Hai.

6) Rilassare la muscolatura della parte inferiore del corpo, in particolare addome, cosce, arte bassa della schiena e glutei.

7) Rilassare petto e spalle, le scapole devono essere leggermente arrotondate ed il petto non deve essere spinto in fuori.

8) Mantenere le braccia sciolte lungo i fianchi e le dita aperte.

9) Mantenere una struttura stabile e rilassata, visualizzare e rilassare blocchi e tensioni, lasciar lavorare la forza di gravità per avere il minimo impiego della forza muscolare.

10) Portare lo sguardo all'orizzonte ed il mento in asse, in maniera che la linea che unisce le due orecchie passi sotto il naso.

11) Chiudere ghi occhi per portare l'attenzione all'interno e percepire le sensazioni.

12) Allineate la sommità della testa col perineo ed il “terzo piede”.

13) Percepire l'equiribrio e la stabilità della struttura nelle posizioni statiche e trasferire queste sensazioni anche negli esercizi dinamici.