Tonificare il corpo, stimolare l'Energia, rinforzare lo Spirito
Quella che a prima vista può sembrare una ginnastica lenta e armoniosa, ed a volte anche monotona e ripetitiva, nasconde invece – a chi abbia occhi di vederla e desiderio di cercarla – una serie di benefici che non hanno nulla di magico o incomprensibile, ma è piuttosto l'effetto di una pratica costante e attenta.
Chi abbia una esperienza anche superficiale della pratica delle discipline interne comprese nel curriculum tecnico della Wudang Fu Style Acadey, sa bene – per averlo sperimentato di persona – quanto queste agiscano a diversi livelli, dal più grossolano al più sottile.
Quella che a prima vista può sembrare una ginnastica lenta e armoniosa, ed a volte anche monotona e ripetitiva, nasconde invece – a chi abbia occhi di vederla e desiderio di cercarla – una serie di benefici che non hanno nulla di magico o incomprensibile, ma è piuttosto l'effetto di una pratica costante e attenta.
Per evidenti motivi non ci addentreremo in questo articolo in una analisi degli effetti spirituali, che sono strettamente legati alle inclinazioni ed alle aspirazioni del singolo praticante ed attengono quindi ad una sfera assolutamente individuale e certamente difficile da quantificare in maniera oggettiva; possiamo però approfondire quelle che possono essere gli esiti non solo a livello meramente fisico, ma anche a livello psicologico ed emotivo.
Mens sana in corpore sano
Che una pratica fisica attenta e costante abbia effetti non solo sull'aspetto fisico è cosa nota da tempo, e non dobbiamo certo andare in Cina per scoprirlo.
Mens sana in corpore sano («mente sana in corpo sano») è una locuzione latina tratta da un capoverso delle Satire di Giovenale, vissuto circa duemila anni fa a Roma e confermata da diverse ricerche scientifiche.
E' stato dimostrato che vi è una stretta correlazione tra le capacità motorie e le capacità attentive e mnemoniche di una persona, confermando che una buona forma fisica è stata associata positivamente ad indici neuroelettrici di attenzione e di lavoro della memoria, tanto che -ad esempio - gli studenti che sono fisicamente attivi presentano maggiore attenzione durante le lezioni rispetto a studenti sedentari. D'altra parte, altri studi hanno constatatoche dal punto di vista psicologico, individui fisicamente attivi riferiscono alti livelli di autostima e più bassi livelli di ansia, che sono stati entrambi associati a migliorare il rendimento accademico.
Questo detto è oramai universalmente conosciuto, tanto che la nota società giapponese di abbigliamento sportivo “Asics” si diede tale nome quale acronimo dell'espressione “Anima Sana In Corpore Sano”, variante della locuzione che stiamo analizzando e che, in virtù del suo significato moderno mirante ad affermare che la attività sportiva è propedeutica all'equilibrio psicofisico, è diventata parte del nome, di numerose società sportive, tra le quali la polisportiva “Mens Sana in Corpore Sano 1871” di Siena; o è stata scelta come motto, come nel caso della polisportiva belga Anderlecht di Bruxelles.
Pur senza voler sostenere aprioristicamente l'efficacia terapeutica di alcune pratica come il Guo Lin Qi Gong, è un fatto acclarato che da anni oramai i concetti di “educazione alla salute” e “salute” sono un binomio inscindibile: il precetto è dell’Health promoting school che ne fa la propria bandiera durante il convegno di Salonicco del maggio 1997. Nulla di nuovo quindi rispetto al credo di 800 anni prima, quando la Scuola Medica Salernitana ragionava di attività fisica, praticata con regolarità e ai giusti dosaggi, come il presupposto di “una più durevole salute e longeva vita”.
La pratica è maestra di sé stessa
Nella loro essenziale ed a volte enigmatica saggezza, alcuni testi orientali ci suggeriscono pragmaticamente che la Via di cui si può parlare è solo la Via che viene percorsa, e che non si può davvero comprendere se non camminandovi.
Sotto questo aspetto, assume un aspetto fondamentale il termine “Shen”, che possiamo tradurre come “Spirito” e che fa parte dei famosi “Tre Tesori” (Clicca QUI per leggere l'articolo di approfondimento). Questo termine e – soprattutto – questo concetto – in una prospettiva dualistica evoca una dimensione spirituale che va concepita non come contrapposta a quella materiale, e neppure relegata in un ambito separato, quanto piuttosto costantemente intrecciata ad ogni aspetto della realtà, dall'alto del Cielo sino alla profondità del mare, dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo, dalla vastità sconfinata dell'universo sino allo spazio intimo del singolo uomo.
Molti sono gli esempi che potremmo portare a sostegno di questa affermazione, e fra i tanti – come spesso accade – previlegiamo quelli legati alla etimologia delle parole: prendiamo ad esempio l'ideogramma 正 (zhèng) che possiamo tradurre come “diritto, principale, corretto,” e possiamo immaginare riproduca un uomo (il tratto verticale più corto) correttamente sistemato tra la Terra ed il Cielo (i due tratti orizzontali più lunghi) con il tratto centrale e quello orizzontale al suo centro a fornire una sorta di filo a piombo e libello per squadrare correttamente lo spazio. Questo carattere indica per traslato anche la regolarità del corso degli eventi del Cielo ed è associato al concetto di “ordinare” rappresentato dal carattere 制, che presenta alla sua destra il pittogramma che riproduce una lama con i due bordi taglienti e che fa ipotizzare che in origine questo esprimesse l'azione di curare un organismo malato, ovvero ristabilire un equilibrio energetico e psicofisico compromesso, attraverso una azione meccanica esterna con un bisturi o con l'infissione di un ago.
Ecco quindi che se per Confucio con il carattere 正 (zhèng) si esprime il concetto di governare agendo con rettitudine, nel Neiye – altro classico della letteratura cinese di cui abbiamo già parlato – significa regolarsi e quietarsi. Ancora una volta abbiamo questo riflettere l'azione del singolo nell'effetto sul tutto, e viceversa, poiché – così come non è concepibile la scissione dello spirito dal corpo – è altrettanto impossibile la separazione del singolo dalla totalità in cui vive.
Questo rapporto può essere letto anche come una comunicazione (in senso etimologico) tra interno ed esterno, ancora una volta sia rispetto al singolo praticante che all'intero universo; un ciclo ritmico che nelle discipline interne troviamo espresso – ad esempio – nel principio di “aprire e chiudere”, che rappresenta tutte le possibili azioni alternative e complementari come contrarre e dilatare, avvolgere e svolgere, sollevare e abbassare, allontanare e avvicinare, spingere e tirare, espirare ed inspirare, che sono alla base della pratica degli esercizi del Duan Lian Qi Gong, in cui impariamo a ad ascoltare i movimenti del Qi e ad attivare la circolazione energetica. (Clicca QUI per leggere l'articolo)
“Da sempre per praticare la Via
devi avvolgere e contrarre,
devi svolgere e dilatare”
(Neiye, XVII, 1-3)
La pratica del controllo del respiro, una adeguata attività motoria, una corretta alimentazione basata sui principi energetici e terapeutici della Medicina Tradizionale Cinese sono tutti aspetti di una attenzione globale alla salute dell'organismo, non inteso solo come “macchina uomo” in senso meccanicistico (come troppo spesso accade di notare in una certa medicina occidentale) ma piuttosto come un complesso inscindibile di Corpo, Anima e Spirito, in cui gli atti fisici hanno la stessa importanza dei pensieri e delle emozioni, che si influenzano tra loro in maniera reciproca, come anche la psicosomatica e alcune branche della psicologia moderna (si vedano – ad esempio – gli studi di Reich e Lowen).
“Se il cuore si mantiene integro al nostro interno
non può essere nascosto.
Lo si nota dall'aspetto e dal comportamento,
dal colorito e dal portamento”
(Neiye,XVIII, 1-4)
“Colui che sa ben regolarsi e mantenersi calmo
ha il colorito fresco e vivace,
l'orecchio fine e l'occhio perspicace,
i muscoli saldi e le ossa robuste.
Potrà sostenere in alto la grande sfera del Cielo
e tenere in basso ben piantati i piedi nel grande quadrato della Terra.”
(Neiye,XVI, 1-6)
Uno stile di vita che consideri l'aspetto fisico, emotivo e spirituale – distinti ma inscindibili -avrà come risultato una salute che sarà fisica e morale, espressa tanto in un regolare svolgimento delle funzioni vitali dei singoli organi e sistemi complessi, che dal modo in cui agiamo e ci rapportiamo all'esterno. E' una condizione che in maniera sintetica ma efficace in Oriente viene riassunta con il detto “Allenando Quello otterrai Quello” e che in Occidente ritroviamo espressa in molti proverbi e modi di dire di uso comune: “Una persona equilibrata”, “avere le farfalle nello stomaco”, “avere fegato” come sinonimo di coraggio, “rodersi il fegato” per esprimere una situazione di rabbia inespressa, “avere la testa tra le nuvole” come esempio di distrazione o – al contrario - “avere i piedi per terra” oppure “avere la testa sulle spalle” per esprimere concretezza e capacità di comportarsi con giudizio ed in maniera ponderata sono solo alcuni dei più comuni, che tutti noi usiamo, quasi sempre senza pensare al loro profondo significato.
In altre e semplici parole, potremmo riassumere gli insegnamenti tanto delle discipline psicofisiche interne come quelli dei grandi classici della letteratura Taoista (ma non solo) con il precetto di “perfezionare il Cuore e governare il corpo” e non è quindi un caso che in molte delle pratiche comprese nel curriculum tecnico della Wudang Fu Style Academy appaia evidente il rapporto tra esercizio fisico ed effetto psicofisico; dal Ba Duan Jin (Clicca QUI per leggere l'articolo) ad “Aprire le Nove porte” (Clicca QUI per leggere l'articolo) passando per il Qi Gong dei Meridiani, lo Shi Pa Lohan Qi Gong o la pratica dei Sei Suoni Segreti (Clicca QUI per leggere l'articolo) solo per citare alcuni dei set che sin dai primi momenti di pratica ci troviamo ad affrontare.
Potremmo riempire pagine e pagine di esempi, ma forse è più opportuno limitarsi a suggerire alcuni degli infiniti aspetti che si possono approfondire, lasciando poi a ciascuno dei lettori l'impegno ed il piacere di proseguire da solo nella scoperta. Dobbiamo però sempre ricordare che ogni aspetto – anche il più semplice (“Semplice, ma non banale!”, come ci ricorda sempre il Maestro Severino Maistrello, 3° Generazione Stile Fu lignaggio GM° To Yu e Direttore Tecnico della Wudang Fu Style Academy) ha sempre una importanza fondamentale perché – come ci insegna la saggezza dei nostri antichi – è grazie a tante piccole pietre che possiamo erigere una imponente muraglia.