Utilità moderne e principi antichi
Nell'ambito della pratica di discipline tradizionali, soprattutto (ma non esclusivamente!) di origine orientale, la associazione va intesa come un espediente pratico necessario per fare fronte ai vari adempimenti burocratici di tesseramento, assicurazione e iscrizioni a gare e tornei ma che a poco altro servirebbe se non fosse animata dal giusto spirito di collaborazione e affetto che deve regnare in una famiglia unita.
Quello che fino a pochi anni fa nasceva come un sodalizio di amici e conoscenti che si incontravano per passare insieme qualche ora, impegnati in una attività ludica, ricreativa o sportiva rischia sempre di più di trasformarsi in uno dei tanti impegni che consumano il nostro tempo e alimentano stress, tensioni e arrabbiature.
Non sono pochi i presidenti, i segretari ed i componenti dei consigli direttivi che periodicamente si chiedono: "Ma chi me lo fa fare?" ed è per questo che all'approssimarsi della fine dell'anno, con tutto il codazzo di incombenze che ne derivano, vogliamo dedicare qualche riflessione allo spirito che dovrebbe animare una associazione, prendendo ovviamente spunto da quanto ci suggerisce la cultura cinese.
Allo origini della società
Le moderne associazioni - sportive, culturali, ricreative che siano - sono oggi l'espressione più evidente di una tendenza che da sempre fa parte dell'essere umano.Sin dalla notte dei tempi, centinaia di migliaia di anni fa, quando i primi ominidi affrontavano i tanti pericoli che li minacciavano, l'uomo scoprì il vantaggio di vivere in gruppo. Cacciare le prede necessarie al proprio sostentamento, coltivare il terreno, difendersi da nemici e predatori erano tutte attività in cui essere in gruppo assicurava un successo esponenzialmente maggiore a quanto il singolo potesse ottenere.
Con il progredire della civiltà si passò da aggregati più o meno casuali a gruppi organizzati che diedero vita a famiglie, clan, tribù e villaggi legati non solo da vincoli di sangue e parentela ma anche da mutua e reciproca utilità.
La storia ci insegna che tanto a Oriente quanto ad Occidente, tutte le grandi dinastie hanno contribuito a dare impulso al progresso economico e sociale alle popolazioni capaci di unirsi intorno ad un ideale comune.
L'ampiezza di un simile argomento ci costringe a limitare il nostro campo di analisi alla filosofia cinese, analizzando così alcuni dei principi alla base di questa millenaria civiltà, che ancora oggi ispirano e guidano miliardi di persone.
Dalla Cina un esempio millenario
Dall'Oriente in generale e dalla Cina in particolare possiamo prendere in esame diverse pratiche che da secoli sono impiegate non solo per migliorare la vita del singolo individuo, ma anche - se non soprattutto - per favorire la connessione e l'armonia tra le persone, sia componenti dello stesso gruppo sociale che estranei.Possiamo citare ad esempio la pratica della preparazione e degustazione del tè, assurta in Giappone ad un vero e proprio rituale minuziosamente codificato da diverse Scuole, ciascuna con le sue peculiarità; oppure il Fēng shuǐ, antica disciplina cinese che mira ad armonizzare l'ambiente circostante per incoraggiare un flusso positivo di energia capace di portare benessere e prosperità tanto a chi risiede nel singolo edificio che - di conseguenza - a chi con questi abbia rapporti sociali, familiari o di lavoro.
Insieme è meglio
Pur senza addentrarci in complessi rituali del taoismo esoterico, citiamo qui alcuni concetti che permeano la cultura cinese e oggi come un tempo hanno sicuramente contribuito a quello che un tempo era un Impero ed oggi è un gigante economico che domina i mercati mondiali.Partiamo dal concetto confuciano di "rénhé", scritto con i caratteri 仁和 che possiamo tradurre come "benevolo, di buon cuore" ed è composto dai due caratteri che presi singolarmente hanno il significato di "umano, compassionevole, benevolente" per quanto riguarda 仁 "rén" e "pacifico, armonioso, gentile" per 和 "hé".
Se approfondiamo l'analisi dei due caratteri, vediamo che 仁 è un ideogramma che unisce il radicale 人 che indica un essere umano con il pittogramma二 che esprime evidentemente il numero due. L'insieme di questi due caratteri, che esprime l'idea di due persone vicine, ci suggerisce che questa coppia, qualche che sia il legame che ne unisce i componenti tra loro, può esistere solo se ciascuno vuole il bene dell'altro/a e agisce attivamente per assicurarlo.
Altrettanto interessante è l'analisi di 和, anche in questo caso formato dall'accoppiata di due caratteri, ovvero 禾, pittogramma che rappresenta lo stelo di una pianta e 口, pittogramma che riproduce una bocca aperta. Qui il significato è più intuitivo ma altrettanto affascinante; lo stelo di una pianta, che si piega alla brezza del vento, esprime l'idea di armonizzarsi agli eventi esterni,senza spezzarsi ma senza neppure cedere passivamente; mentre la bocca aperta suggerisce l'idea che una persona parla solo con chi ha interesse a comunicare per stabilire una relazione. Ancora più interessante è scoprire che la versione antica di questo carattere era龢, con la presenza del radicale per rappresenta il pittogramma di un flauto, forse per indicare il concetto astratto di armonia espresso da una composizione musicale oppure dal fatto che tutti gli eventi sociali in cui più persone si trovano insieme accomunate ad un sentimento condiviso, triste o allegro che sia, sono spesso accompagnati dalla musica.
Riunirsi insieme
Altro termine interessante è "tuányuán", scritto con i caratteri 团圆 che sono la forma semplificata di quelli tradizionali 團圓 e che possiamo tradurre come "riunione, riunirsi, stare insieme". Anche in questo caso i due caratteri che compongono il termine sono esplicativi ed hanno significati simili; il primo 團 / 团 indica una palla, un cerchio e in genere un oggetto circolare e, per estensione, un gruppo, una squadra o una organizzazione ed è composto da 囗, che a dispetto della forma quadrata è un pittogramma che rappresenta un cerchio riproducendo in origine un recinto per animali (differente, anche se molto simile a quello che indica una bocca prima esaminato) e da 專, con valore fonetico, a sua volta composto da 叀 e 又, che rappresentano rispettivamente un fuso per filare ed una mano, con il significato complessivo di rappresentare una mano che gira un fuso o una ruota, impiegato per esprimere, tra gli altri, i significati di monopolizzare, prendere possesso esclusivo, qualcosa di specifico, speciale o esclusivo, oppure un soggetto esperto, concentrato o focalizzato.Il secondo carattere 圆 / 圓 è a sua volta composto da 囗, con il significato di "circolare" già visto per il carattere precedente, e da 員, carattere ideogrammatico che indica il membro di una squadra e che in origine rappresentava il bordo superiore circolare di un calderone di bronzo. 圓 nel complesso viene utilizzato per esprimere il significato di cerchio, rotondo, circolare o sferico.
Tuányuán quindi viene quindi impiegato per esprimere il concetto di riunirsi assieme, non tanto come animali racchiusi in un recinto ma come un gruppo di persone che condividono un evento, un pasto o un momento conviviale.
Prosperità comune
Il termine "gòngjìng", scritto con i caratteri 共进 esprime il concetto di un progresso condiviso o di una prosperità comune, enfatizzando l'importanza della collaborazione e del sostegno reciproco all'interno di una comunità per raggiungere obiettivi comuni e creare una società più giusta e equa.Anche in questo caso l'analisi dei singoli caratteri è illuminante, poiché 共 è un composto ideogrammatico di 廻 e口, che rappresentano insieme due mani che tengono un oggetto ed esprimono il concetto di collaborare per uno scopo comune, essere uniti, trascorrere del tempo insieme.
Il secondo carattere 进 è un interessante esempio di quanto sia intrigante scoprire i concetti rappresentati dagli ideogrammi poiché è il risultato dell'unione di 辵 e 鹹, che rappresentano rispettivamente il primo l'atto del camminare ed il secondo un uccello dalla coda corta. Poiché un uccello può camminare solo in avanti e non all'indietro, il carattere nel suo complesso indica il concetto di avanzare, muoversi in avanti, progredire tanto dal punto di vista strettamente fisico che simbolico.
Tra famiglia e associazione
Ecco quindi che nell'ambito della pratica di discipline tradizionali, soprattutto (ma non esclusivamente!) di origine orientale, la associazione va intesa come un espediente pratico necessario per fare fronte ai vari adempimenti burocratici di tesseramento, assicurazione e iscrizioni a gare e tornei ma che a poco altro servirebbe se non fosse animata dal giusto spirito di collaborazione e affetto che deve regnare in una famiglia unita.Non è quindi un caso se praticamente tutte le Scuole orientali si identifichino con il nome del fondatore, così come non è casuale che il termine Sifu, che noi semplicemente traduciamo come "Maestro", si scriva 師父, che indicano rispettivamente un insegnante e il proprio padre. Potremo quindi chiamare Sifu solo un insegnante con cui noi abbiamo un rapporto tanto costante e stretto da poterlo considerare come un padre per noi, un insegnante che - a sua volta - abbia per noi un affetto pari a quello filiale.
Forse a qualcuno questo paragone potrà sembrare eccessivo e fin troppo melodrammatico, alcuni potranno ritenere che una associazione non debba essere più di quello che burocraticamente è; liberi ovviamente di pensarlo, saranno probabilmente gli stessi che all'atto dell'iscrizione valutano solamente il rapporto costi/benefici senza tenere in alcun conto le qualità umane dei colleghi di pratica, saranno quelli che un giorno troveranno qualcosa di più soddisfacente da fare e scompariranno senza un saluto, senza un ringraziamento, senza un perché. Sono personaggi che vanno via senza esserci mai stati, capaci di prendere il più possibile senza dare nulla; soci sulla carta ma lontani mille chilometri dal poter essere chiamati "fratelli di pratica" da chicchessia.
Chi scrive ha invece la grande fortuna di far parte della grande Famiglia del vecchio stile Fu guidata da Sifu Severino Maistrello, una famiglia che a dispetto delle distanze geografiche che dividono i suoi componenti li vede uniti e coesi, amici che hanno gioito con me nelle gioie e si sono stretti a me nei lutti, che mi hanno dato tanto senza nulla chiedere in cambio, che mi hanno spronato, consolato e incoraggiato senza tornaconto alcuno.
A loro, a Sifu Severino Maistrello che è anima e artefice della Wudang Fu Style Academy, a tutti coloro che ne hanno fatto e ne fanno parte col cuore prima ancora che col corpo non posso che dire grazie e dedicare queste parole di Julius Evola che, meglio di altre, esprimono una grande verità: "A partir da un dato punto, non è più il sangue, non è più per un umano destino che potrai ancora sentirti unito a qualcuno. Unito ti potrai sentire soltanto con chi è sulla tua stessa Via."