Fajin, “l'energia esplosiva” delle discipline interne
Con Fajin non si intende una tecnica specifica o una determinata modalità di pratica, quanto piuttosto una peculiare espressione della energia del praticante, che è particolarmente evidente in alcuni movimenti.In diversi articoli abbiamo analizzato l'origine ed il significato di alcuni termini che, per la loro importanza e contestuale difficoltà di traduzione in maniera esaustiva, vengono utilizzati nella dizione originaria.
Uno di questi è certamente “Fajin”, che in maniera abbastanza riduttiva e superficiale viene a volte tradotto come “energia esplosiva”. Ovviamente per praticare discipline come il Tai Chi Chuan o il Pa Kua Chang non è necessario essere degli artificieri o saper maneggiare il tritolo; il termine si riferisce alla modalità di emissione di questa energia, che viene espressa in maniera istantanea e potenzialmente distruttiva, proprio come una esplosione.
Cosa dicono i caratteri
Come già fatto in precedenti articoli, procediamo ad analizzare il significato di questo termine partendo dal nome, o meglio dai caratteri con cui è scritto. Come sappiamo, la scrittura orientale è basata su ideogrammi o pittogrammi, che sono molto più ricchi di significati e sfumature delle semplici lettere alfabetiche.
Nel nostro caso Fajin si scrive 發勁 con i caratteri tradizionali oppure 发劲 con i caratteri moderni semplificati. In entrambi i casi i due caratteri hanno significati complessi ed interessanti. Il primo 發 si legge “Fā” e nella sua forma tradizionale è composto da due caratteri: uno è 弓 che rappresenta il pittogramma di un arco ed è impiegato in senso semantico per indicare il significato del carattere, e l'altro è 癹, che è un carattere antico impiegato in senso fonetico per indicare la pronuncia del carattere complessivo e che preso singolarmente indica l'azione di schiacciare o livellare l'erba con i piedi.
Il carattere 發 oppure 发 ha diversi significati, comunque abbastanza collegati tra loro: tra i più comunemente impiegati c'è: inviare, spedire, mostrare il proprio sentimento, emettere, sviluppare, sparare dei colpi di pistola, fare un mucchio di soldi.
Il secondo carattere è 勁 nella sua forma tradizionale e 劲 nella sua forma moderna semplificata, si legge “ jìng” ed è anche in questo caso composto da due caratteri: 巠, che preso singolarmente ha il significato di acqua che scorre penetrando sottoterra ed ha in questo caso funzione fonetica e 力, che preso singolarmente si legge “ lì” ed ha in questo caso funzione semantica, esprimendo il significato di forza fisica, potenza energia poiché è un pittogramma che rappresenta un aratro di legno oppure un braccio che si piega dal lato del corpo.
Visto quanto sopra, possiamo quindi comprendere in maniera più profonda il significato di “Fajin” e – soprattutto – come si è giunti a tradurlo con “emettere energia esplosiva”.
Le applicazioni nella pratica
E' bene specificare che con Fajin non si intende una tecnica specifica o una determinata modalità di pratica, quanto piuttosto una peculiare espressione della energia del praticante, che è particolarmente evidente in alcuni movimenti. Come è facile comprendere, la emissione di Fajin è particolarmente presente nelle discipline interne che abbiano una applicazione marziale, come nel caso del Tai Chi Chuan o il Ba Gua Zhang, proprio perchè attraverso la emissione di Fajin una percossa portata al corpo di un avversario poteva vedere notevolmente amplificata la sua efficacia.
Una delle incomprensioni che però spesso affliggono il Fajin è l'immaginarlo solo ed esclusivamente legato alla velocità della esecuzione di un movimento. Sebbene le leggi della fisica elementare mettano direttamente in relazione forza, energia e velocità, è altrettanto vero che perché un movimento esprima correttamente Fajin, questo non deve essere necessariamente “veloce” ma deve essere piuttosto il risultato di una serie di gesti fisici coordinati tra loro e con l'intenzione psico-emotiva dell'esecutore.
In altre parole, sebbene Fajin si possa cogliere in maniera più evidente in forme come quella del Liang Yi Chuan o del Tai Chi dei Palmi Fulminanti, anche l'espressione di forme più “lente” (volutamente tra virgolette; alla esecuzione lenta e veloce della pratica abbiamo dedicato un articolo apposito. Clicca QUI per leggerlo) permette l'espressione di Fajin, come ad esempio avviene nella forma 88 in “Sigillo di Spada” o “Colpire le parti private”.
Un esempio che possiamo immaginare è quello relativo al tiro con l'arco: mentre un braccio steso tiene fermo l'arco l'altra mano tende la corda mantenendo la freccia in posizione effettuando il caricamento dell'arma in maniera lenta e progressiva. Giunto alla massima ampiezza prevista l'arciere si ferma e con un gesto quasi impercettibile lascia libera la freccia che parte fulminea, scagliata dalla energia elastica accumulata.
Non solo percosse
Una delle peculiarità del curriculum tecnico del Vecchio Stile Fu è quella di comprendere non solamente numerose forme a mani nude, ma anche una ampia serie di pratica con le armi tradizionali quali bastone ad altezza sopracciglio, bastone lancia, sciabola e spada che – pur avendo le particolarità applicative dovute alle caratteristica della specifica arma – nondimeno applicano dei principi comuni e coerenti tra loro.
Questa caratteristica – unita alle caratteristiche costruttive delle armi stesse – permette quindi l'emissione del Fajin anche attraverso le armi stesse. L'affondo di lancia, il fendente della sciabola, la stoccata della spada così come la repentina apertura di un ventaglio con in suo caratteristico schiocco sono solo alcune delle applicazioni attraverso cui il praticante esperto può esprimere la sua capacità di emettere il Fajin.
A questo punto, per dissipare eventuali perniciosi fraintendimenti, è bene riportare quanto frequentemente ci ricorda il Maestro Severino Maistrello, III^Generazione stile Fu, allievo diretto e successore del Gran Maestro To Yu, Direttore Tecnico della Wudang Fu Style Academy: la emissione di Fajing è un risultato che – come spesso accade nella pratica delle discipline interne – si allontana tanto più cerchiamo di raggiungerlo. Questa apparente contraddizione è dovuta alla necessità che il corpo del praticante sia elastico e reattivo, in quella condizione di rilassamento attivo identificato dal termine cinese “Song” che ben difficilmente riusciremmo a raggiungere se la nostra mente ed il nostro corpo sono bloccati in una sorta di circolo vizioso di ossessivo autocontrollo e rigida esecuzione formale.
Al pari del fiocco di una frusta, che potremo far schioccare solo se il nostro gesto unirà in maniera adeguata la capacità di trasferire l'energia dal nostro corpo all'arma con la capacità di non bloccare l'arma stessa pur mantenendone saldamente il controllo, l'espressione del Fajin non deve un “fine” ossessivamente ricercato quanto piuttosto un effetto collaterale ed atteso della pratica stessa.
Forza ed energia
Sebbene agli occhi di un profano la emissione del Fajin possa sembrare qualcosa di quasi soprannaturale (impressione a volte favorita da chi – in egoistica malafede – ammanta di mistero ciò che misterioso non è), come abbiamo già detto, questo è un fenomeno assolutamente naturale e collegato alle leggi della fisica.
Ovviamente il fatto che sia naturale non significa che sia facile, anzi! Riassumendo quanto abbiamo scritto in precedenza, la corretta emissione del Fajin richiede la capacità di essere rilassati, morbidi ed elastici senza essere passivi e privi di forza, di essere saldamente radicati al suolo senza essere bloccati, di riuscire a concatenare i movimenti di arti e articolazioni in una catena cinetica coerente e sincronizzata in maniera tale da rendere il risultato finale maggiore della somma aritmetica dei suoi componenti elementari, di riuscire ad armonizzare il movimento lineare degli arti con quello circolare del bacino e tanto altro ancora.
Come spesso avverte il Maestro Severino Maistrello, una catena resiste tanto quanto resiste il suo anello più debole, e basta che anche solo uno dei pre-requisiti sia assente perché non vi sia una reale ed effettiva emissione di Fajing ma solo una sua scimmiottatura, non di rado accompagnata da urla stentoree e truci espressioni del volto per tentare di dare una parvenza di forma a ciò che non ha reale sostanza.
Uguale ma diverso
La capacità di emettere correttamente il Fajing si associa (e può quindi essere utilmente esercitata) alla pratica del Tui Shou. Anche in questo caso, ciò che agli occhi di un profano appare una sorta di gara a chi spinge di più, è in realtà prima di tutto un esercizio di sensibilità, in cui il praticante più abile è quello che riesce a “sentire” l'energia dell'altro e ad indirizzarla proprio vantaggio.
Le caratteristiche necessarie per eseguire proficuamente il Tui Shou sono le stesse che abbiamo già elencato per la emissione del Fajing, ad ulteriore conferma che – sebbene con evidenze diverse – la pratica si svolge in base a principi comuni. Tanto nella pratica in coppie che in quella individuali, sia che esegua una forma a mani nude che con le armi, il praticante esperto saprà quando spingere e quando tirare, quando avanzare e quando retrocedere, quando penetrare e quando deviare, quando tirare verso il basso e quando sradicare verso l'alto, quando aderire con la forza piena di Peng e quando attirare nel vuoto di Lu, evitando di essere troppo forte e troppo debole, troppo rigido o troppo morbido ma sempre elastico e reattivo, all'ascolto dell'altro e di sé stesso.
La pratica delle discipline interne mostrerà allora tutta la sua affascinante potenza, la sua incredibile efficacia e la sua complessa semplicità. Saremo capaci di dosare la nostra forza e assorbire quella dell'altro, senza eccessi e senza mancanze, morbidi e penetranti come l'acqua, stabili e fermi come una montagna, implacabili e mobili come il fuoco, accoglienti e pazienti come una foresta.