Imparare con pazienza

Chi pratica un'Arte, qualunque sia, non solo deve impegnarsi con costanza e determinazione ma deve anche essere in grado di capire che il percorso non sarà mai lineare ma costellato da alti e bassi, promozioni e bocciature, arresti e accelerazioni. Se non si comprende questo semplice ma fondamentale concetto, qualunque risultato sarà superficiale ed effimero.
Qualche giorno fa stavo rimettendo in ordine una libreria all'interno della nostra associazione. E' una operazione apparentemente noiosa ma necessaria, utile a mettere in ordine libri e riviste, organizzarti per argomento e disciplina e mettere vicini edizioni diverse di una stessa pera per poter averle subito a portata di mano in caso di confronti e paragoni.

Per quanto mi è possibile, mi concedo almeno una mezza giornata di tempo per questa opera di riorganizzazione, non perché la nostra biblioteca sia particolarmente fornita, ma perché oramai so già come andrà a finire: prenderò un libro, comincerò a sfogliarlo, incuriosito e nostalgico continuerò la lettura, e così via per almeno quattro o cinque volumi.

Questa volta, terminata la sistemazione dei libri, ho affrontato un altro arduo compito: la selezione e riorganizzazione degli appunti che prendo durante ed al termine di seminari, stage e lezioni dei miei Maestri a cui ho la possibilità di partecipare, che mi servono per prendere nota di principi, tecniche ed aspetti specifici della pratica appena appresa.

E' stato così che mi è capitato sottomano il gruppo di fogli a quadretti su cui, quasi venti anni fa, tornando in treno da Padova, avevo annotato la sequenza degli esercizi del Ba Duan Jin, il loro nome e altri particolari esecutivi.

Ho preso quei fogli quasi ingialliti, scritti con una grafia peggiorata dal movimento del vagone che mi riportava a casa ed ho voluto cercare gli altri appunti che, nel corso degli anni, avevo dedicato agli Otto Pezzi di Broccato in occasione degli altri incontri di formazione con il M° Severino Maistrello, Direttore Tecnico della Wudang Fu Style Academy e successore del Gran Maestro To Yu.

Far maturare la conoscenza

La sequenza del Ba Duan Jin è forse una delle più famose e comuni nell'ambito delle diverse Scuole e stili del Qi Gong, e chi volesse impararla oggi non avrebbe che l'imbarazzo della scelta tra centinaia di video su YouTube e decine di libri a stampa, sicuramente tutti molto più dettagliati ed esaurienti di quegli appunti scritti a mano, poggiando un bloc notes sulle ginocchia. Perché allora ho riletto quelle annotazioni ed ho sorriso guardando le posizioni da assumere schematizzate con quelli che io chiamo "gli uomini stecchino"? Per la nostalgia del bel tempo che fu? Per essere orgoglioso di quanto abbia imparato? Per sentirmi fortunato di aver potuto imparare da un Maestro così generoso? Quasi certamente si, ma non solo.

Rileggere quelle note relative ad una pratica che, da allora, eseguo da solo o in classe con gli allievi almeno un paio di volte al mese mi ha fatto riflettere non tanto su quanto ho imparato ma - soprattutto - su quanto ho ancora da imparare.

Qualcuno ha paragonato il progresso di apprendimento di un'Arte alla scalata di una montagna; la vetta è una per tutti ma può essere raggiunta in tanti modi e tempi diversi quanti sono gli scalatori che si provano nella impresa. A differenza di una montagna però, che per quanto alta prima o poi termina con il suo culmine, la sommità di un'Arte non può mai dirsi raggiunto e chi abbia tempo e voglia di approfondirne la conoscenza ne avrà sempre la possibilità ma d'altra parte, al pari di una salita in cima, il percorso di apprendimento di una disciplina non sarà quasi mai un tragitto compiuto con passo regolare e costante ma sarà piuttosto un andare che vedrà pause e accelerazioni, alcuni momenti di stasi e altri di intenso sforzo, periodi in cui ci sembra di non compiere progresso alcuno ed altri di rapido avanzamento.

La relatività del tempo

Chiunque sia impegnato nello studio e nella pratica di discipline come il Qi Gong, il Tai Chi Chuan o il Pakua Chang sa bene che il processo di apprendimento degli aspetti interni essenziali richiede molto più tempo della semplice memorizzazione delle forme esterne. Un conto è ricordare "come" eseguire una sequenza, un esercizio, una forma; altro è averne almeno cominciato a comprendere causa ed effetti del movimento, principi fisici, effetti interni, e manifestazioni dell'aspetto "Wu" marziale e "Wen" di benessere.

Quale che sia la disciplina che pratichiamo, quale che sia la Scuola o lo Stile di cui seguiamo l'insegnamento, la verità è che il loro reale ed effettivo percorso di apprendimento richiederà tempo e pazienza.

Ci saranno momenti di illuminazione che si verificheranno all'improvviso e la immediata fluida esecuzione di una tecnica su cui ci siamo arrovellati per mesi. Fino ad un certo momento tutto ci appare oscuro e incomprensibile ed un momento dopo il panorama si schiarisce e tutto è chiaro e semplice.

Arresti e accelerazioni

Soprattutto le prime volte che ci capita una esperienza simile è normale rimanere perplessi e anche u po' stupiti, ci sembra di essere stati un po' tonti prima e sin troppo intelligenti dopo, qualcuno poò arrivare a credere che certi eventi siano fortuiti o casuali ma nella pratica di un'Arte fortuna e caso giocano un ruolo molto marginale e la realtà è che le abilità crescono nel corso di un lungo periodo di tempo, a volte in maniera impercettibile ma costante e le vette si raggiungono partendo sempre e comunque dalle basi.

Ci sarà capitato di affrontare nel lavoro o nella vita privata dei momenti di impegno intenso; abbiamo vegliato per più di una notte di fianco al letto d'ospedale di una persona malata, abbiamo preparato esami universitari sostenuti da litri di caffè, abbiamo concluso un progetto lavorativo saltando pranzi e cene. 

Ma qualunque impegno, quale che sia la motivazione che ci spinge, non può non vedere l'intensità dello sforzo inversamente proporzionale alla sua durata. Potremo vegliare per trenotti, potremo non mangiare per due giorni ma prima o poi dovremo fermarci e recuperare le energie. Ci sono proverbi e modi di dire che la saggezza popolare ha coniato per ricordarci questo dato di fatto; in Cina si dice "Vai a pescare per tre giorni e fai asciugare la rete per due" oppure "Prendi un giorno di sole e dieci giorni di freddo" ci ricordano che non esiste lo Yin senza lo Yang e che la acquisizione di una qualsiasi abilità non può non prevedere dei momenti di pausa, effettiva o apparente che sia.

Semina e raccolto


Dalla semina del grano alla mietitura delle spighe passa quasi un anno; per lunghi mesi il chicco rimane sotto terra senza che apparentemente nulla accada, mentre invece tutto - tentamente ma costantemente - si avvia a compimento.

Ci sono eventi che si compiono in pochi giorni, altri che richiedono lunghi anni e lo stesso risultato può essere raggiunto di tempi diversi da due allievi, sebbene abbiano lo stesso insegnante. 

Si dice che nella pratica delle discipline interne come il Qi Gong, il Tai Chi Chuan o il Pakua Chang "servono tre anni per raggiungere un piccolo successo e dieci anni per raggiungere un grande successo". Chi pratica un'Arte, qualunque sia, non solo deve impegnarsi con costanza e determinazione ma deve anche essere in grado di capire che il percorso non sarà mai lineare ma  costellato da alti e bassi, promozioni e bocciature, arresti e accelerazioni.

Se non si comprende questo semplice ma fondamentale concetto, qualunque risultato sarà superficiale ed effimero.